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Chi siamo

  • Giovanni Rotondo nasce, nel mese di novembre del 1964, a Rosolini, cittadina a sud della Sicilia. Fin da piccolo apprende i primi rudimenti della forgiatura e della tempra nella bottega del padre. Nel 1980 frequenta un istituto di formazione professionale dove impara le diverse tecniche di saldatura. Dal 1986 al 1992 lavora, come saldatore, nell’industria petrolchimica, cosa che gli consente di ampliare il suo bagaglio professionale. Nel 1993 apre una sua attività artigianale, producendo prevalentemente arredi in ferro battuto. Nel 2003 partecipa, alla XV biennale internazionale d’arte fabbrile di Stia (AR) dove confronta i suoi lavori a quelli di altri fabbri-artisti, e partecipando al campionato del mondo di forgiatura vince il 1° premio. Le sue opere si distinguono, non solo, per la bellezza e l’armonia delle forme, ma anche, per l’accuratezza realizzativa dove la cura quasi maniacale dei particolari, si uniscono a una grande padronanza tecnica, danno vita a opere dove nulla sia lasciato al caso. Giovanni Rotondo vive e lavora a Rosolini. Ha esposto le sue opere in diverse città, in Italia e all’estero, riscuotendo ovunque grande successo. Le sue sculture fanno parte di prestigiose collezioni private.

    Metallo, fuoco e purezza formale nelle sculture di Giovanni Rotondo. Giovanni Rotondo è il novello maestro del fuoco, l’Efesto contemporaneo che trae dal metallo informe, grezzo e opaco, la luminosità del cielo, la pulizia formale delle stelle. Nella sua fucina si fondono materie resistenti per farle lievitare in sogni, in perfezioni geometriche, in equilibri strutturali che in nuclei compatti o in creature tentacolari cercano il proprio spazio vitale come i fiori, come tutto ciò che germoglia sulla Terra. Giovanni Rotondo sa che nel creato tutto si somiglia, tutto si ripete sia nell’infinitamente grande che nell’infinitamente piccolo. Le particelle più piccole della materia sono lo specchiamento delle stelle gigantesche del firmamento. Tutto risponde alla stessa regola vitale, allo stesso ordine strutturale, allo stesso equilibrio nello spazio e nel tempo. Come altri uomini sensibili del tempo trascorso e del tempo presente egli subisce il fascino dell’infinito, della sfera celeste, del mare profondo. Le sue creature, fiori d’acciaio, sono il frutto della contemplazione delle notti stellate o del contatto fisico che la presa delle mani effettua accarezzando o stringendo conchiglie sensuali, cipree levigate, pettini di Venere incastonati come fossili nelle calcareniti mioceniche del banco roccioso che protegge la sua Rosolini. In egual misura ha sempre guardato con ammirazione e stupore la geometria che sorregge, con acrobazie prodigiose, la forma degli esseri che popolano il creato. Egli è spinto ad una costante attenzione per gli equilibri strutturali nascosti nelle particelle della materia. Attenzione incrementata nel nostro tempo grazie alla diffusione di strumenti di osservazione più sofisticati. L’occhio, come mai nel passato, entra dentro l’armonia della materia e si lascia guidare dai tunnel esplorativi sorprendenti. Giovanni Rotondo si accosta con spirito puro al nuovo mondo che si offre alla visione, lo porta dentro di sé con rispetto e lo lascia incubare come fosse creatura da far maturare. Poi in un giorno di tepore particolare, davanti al mare o nel silenzio del suo pensatoio, la gemma del suo incanto materico germoglia e si apre in forme sorprendenti, inaspettate persino allo stesso Artista. Già negli anni sessanta del Novecento, Salvador Dalì riprendeva le strutture molecolari per immaginare nuove visioni pittoriche, per sognare cupole geodetiche, per commissionare all’amico Emilio Pèrez Pinero il “cielo” strutturale che dal 1974 avvolge il Museo di Figueras. Ancor prima Henry Moore aveva provato emozione ed entusiamo guardando le pietre levigate dall’onda, erose dall’acqua per diventare volumi sferici, ovoidali e in ogni caso forme arrotondate fascinose, a tratti sensuali per la morbidezza plastica delle superfici. Ma, come ci ricordano le sculture di Giovanni Rotondo, tutto è tondeggiante nel creato, tutto tende a diventare sferico e ovoidale. Anche nelle forme più minute della polvere si ritrova la sfericità strutturale dei grandi pianeti. Ciò che è modellato dal flusso delle galassie è uguale alle piccole scaglie di roccia che rutilando dai monti arrivano al mare con forme levigate e tondeggianti. Non c’è artista che non ne subisca il fascino, l’attrazione. E ciò perché in esse è contenuto il messaggio vitale dell’Inizio, del primo giorno, del primo raggio di luce. Prima di mettersi all’opera, per costringere il ferro resistente a piegarsi al suo volere formale ed espressivo, Giovanni Rotondo indaga nel creato. E ciò al fine di portare nel proprio pensiero fertile la purezza dell’Inizio, quella che egli scopre nelle ammoniti custodite dai sedimenti fossili o quella vibrante, viva, delle farfalle che tagliano l’aria, delle lumache che scorrono lente con la loro casa primordiale perfetta. Lo vedo stupìto, sorpreso, gioioso davanti agli alveari dalla struttura rigorosa o entusiasta, felice di potere cogliere la perfezione delle ragnatele o delle serpi lucide che scivolano veloci tra le rocce carsiche iblee. La sua attenzione, la sua ricerca, i suoi studi non mancano di attraversare le pagine della storia partendo dalla perfezione strutturale e formale delle piramidi, per giungere alla sintesi purista del Minimalismo che caratterizza buona parte dei linguaggi del nostro tempo e in particolare quelli che riguardano il Design. Il tutto senza trascurare l’Uomo di Vitruvio rivisitato con perfezione geometrica da Leonardo da Vinci, le strutture mirabili delle torri prismatiche e delle sale ipostile di intuizione federiciana, la sintesi razionalista di Le Corbusier che con Le Modulor, in architettura, concepisce la cellula abitativa come un guscio d’uovo idoneo all’espressione vitale.

    (Paolo Giansiracusa)

    Docente Ordinario Universitario Titolare della 1^ Cattedra di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Catania Componente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, Roma Già Docente di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Catania. Direttore dei Musei Civici d’Arte Moderna e Contemporanea di Troina e Floridia

    Riconoscimenti:

    Campione del mondo di forgiatura anno 2003 Stia (AR), Menzione speciale della giuria (Stand) anno 2005 Stia (AR), 1° premio concorso nazionale di forgiatura anno 2009 S.Marco D’alunzio (ME), Membro della giuria concorso internazionale scultura in ferro anno 2012 Longi (ME), Membro della giuria 8° concorso internazionale d’arte fabbrile anno 2012 S. Marco D’alunzio (ME), Premio artigianato 2014 “Kiwanis International “ (Siracusa), Presidente della giuria 9° biennale internazionale d’arte fabbrile 2014 S.Marco D’alunzio (ME). Membro della giuria Campionato del mondo di forgiatura 2019 Stia (AR)

    Pubblicazioni:

    I maestri italiani del ferro battuto”, “ I siracusani”, “La Sicilia”, “Il ferro battuto”, ” Corriere Elorino”, ”Hephaistos”, “Metall design international”. "I Quaderni del mediterraneo"


Numero di iscrizione nel registro delle imprese: Siracusa
Numero di iscrizione all'Albo: Siracusa
Albo di riferimento: : Giovanni Rotondo